Abbiamo imparato a scegliere il cibo attraverso i numeri e le categorie (calorie, carboidrati, grassi, indice glicemico, etc), affidandoci più alle capacità computazionali e di lettura che ai nostri sensi.
Il risultato? Mangiamo pensando a ciò che «dovremmo» o «non dovremmo» mangiare e a quando, il piacere per ciò che abbiamo in bocca svanisce, mangiamo sulla base della preoccupazione e dell’ansia.
Vogliamo ritornare ad avere una relazione libera con il cibo?
Proviamo a re-imparare ad ascoltare i messaggi che il corpo manda costantemente sui suoi bisogni e su come soddisfarli. Se siamo capaci di ascoltarlo, senza giudizio né colpa, separiamo quello di cui il corpo ha bisogno da quello che la nostra mente ci spinge a mangiare.

